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La nostra storia


1835 - Tutto ha inizio quando il capostipite Leopoldo Janesich, giovane di origine dalmata buon disegnatore e orafo molto capace, apre la ditta a Trieste.

La città a quell'epoca è il florido porto sul Mediterraneo dell'Impero Austroungarico, e ben presto, grazie al talento e all'intraprendenza di Leopoldo, le sue creazioni diventano espressione tangibile e raffinata della borghesia imprenditoriale à la page, dell'aristocrazia e della nobiltà internazionali, e il suo atelier diventa il loro punto di riferimento. E' cosi che Leopoldo viene chiamato anche a far parte del Consiglio Cittadino e della Commissione di Borsa.

Qualche decennio dopo, la fama si è già consolidata e la ricerca di fornitori allarga di molto i contatti di Leopoldo con le città di Firenze, Roma, Venezia, Milano; ma anche con i laboratori di Hanau, e di Vienna. A coadiuvarlo c’è il figlio Giovanni, il quale nel volgere di pochi anni, porta le fortune della Maison fino in Francia dove Parigi impone la moda in tutta Europa.

  • Leopoldo Janesich

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    Leopoldo Janesich

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  • Giovanni Janesich

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    Giovanni Janesich

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  • famiglia janesich

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    Giovanni, Giuseppe e Momo

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1880 - Il figlio Giovanni, imprenditore colto e raffinato, succede al padre Leopoldo alla guida della Maison, nella quale entrano anche i suoi due figli Giuseppe e Alberto. Insieme danno forte impulso alla crescita della ditta sviluppandola all'estero, e aprono uffici di rappresentanza a Parigi, Montecarlo e a Londra.


1896 - Apre a Parigi, in Rue Lafayette 22, un ufficio per il commercio all'ingrosso di pietre preziose e perle che sarà diretto da Alberto, abile commerciante ed appassionato studioso e conoscitore delle gemme, collaborando con le più grandi case parigine ed europee, Tiffany acquista considerevoli quantità di perle da Alberto ormai ben introdotto nell'alta società parigina.

1898 - Alberto pubblica la sua monografia LE DIAMANT: NATURE, ORIGINE, HISTOIRE, COMMERCE. (foto)

Giuseppe, gioielliere charmante che ha ereditato dal nonno la predisposizione al disegno e la passione per le belle arti, segue invece il negozio di Trieste, coltiva buoni rapporti con gli artisti più in vista della città mitteleuropea e acquisisce clienti importanti come l'imperatrice Elisabetta d'Austria, moglie di Francesco Giuseppe, la celebre Sissi, l'Imperial-Regia Luogotenenza Asburgica, il Lloyd Austriaco, le Assicurazioni Generali e molte tra le famiglie più in vista della città.


1913 - è l'anno d'oro della Maison con l'apertura di due nuovi negozi: uno a Parigi al N. 19 di Rue de La Paix, situato tra Tiffany e Cartier (Foto vecchia del negozio) e l'altro a Montecarlo, proprio nei pressi del celebre Casinò, in entrambi dei quali si susseguono conti, baroni, principi e granduchi alla ricerca di gioielli raffinati.

 

Intanto il padre Giovanni è impegnato a promuovere i contatti d’affari per le due sedi di Trieste e Parigi e la corrispondenza della ditta evidenzia i buoni rapporti con le case Bulgari e Settepassi in Italia e con Vever, Boucheron e Chaumet in Francia.

  • Janesich Gioielli

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  • Le Diamant

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    Le Diamant

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  • Le Diamant

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  • Rue de la Paix

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    Janesich Rue de la Paix 19

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    1920 - Gazette Bon Ton

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Diventati nel frattempo anche abili argentieri montano in argento, su disegno di Giuseppe, alcuni vasi di Daume e di Walter, mentre argenti vengono acquistati da Laparre a Parigi e lampade da Emille Gallé. Tra le due guerre mondiali la ditta apre negozi a Deauville e Vichy, rinomate mete del turismo d'alto bordo, si costruiscono oggetti sempre più esclusivi e raffinati e la Leopoldo Janesich può fregiarsi di annoverare tra i suoi clienti il duca Amedeo d'Aosta, il re Nicola del Montenegro, padre della regina Elena moglie del re d'Italia Vittorio Emanuele III, oltre a molte famiglie della nobiltà tra cui i Rotschild , i nobili polacchi Potocki, i Ruspoli, i Windisch-Graetz, e della borghesia mercantile, tra cui i Cosulich, i Tripcovich,  tutta la nobiltà italiana e francese si rifornisce nei vari negozi Janesich.

Seppur anziano, Giovanni cura le relazioni con la fabbrica di orologi Baume et Mercier e Movado per le cui meccaniche vengono eseguite splendide casse in oro e pietre preziose nel gusto furoreggiante allora, il Dèco.

Il trecentesimo anniversario dei Romanoff porta nuovi affari alla famiglia Janesich, con nuovi clienti a San Pietroburgo.


1923 - La prima Biennale delle Arti Decorative della villa reale di Monza ospita alcune belle creazioni della Maison sia di gioielleria che di argenteria. Nello stesso anno, su commissione della città di Fiume la Janesich realizza un sontuoso cofanetto di oro argento e smalti, dono di nozze per la principessa Jolanda di Savoia. 

Sul finire del 1925 la ditta riceve il brevetto di fornitore della Casa Savoia.

1927 - Scomparsi Giovanni e Alberto le fortune della Maison passano nelle mani di Giuseppe che inizia all’attività il figlio Pietro, detto Momo, il quale si inserisce brillantemente negli affari di famiglia. Con un secolo di tradizione alle spalle sono loro adesso che continuano la produzione.

Nel 1933 la Maison riceve il brevetto di fornitore della Casa d'Aosta continuando peraltro a collezionare prestigiose commissioni statali e private: coppe, targhe, medaglie commemorative, cofanetti, come quello che nel 1934 la città di Fiume, nel frattempo annessa al Regno d'Italia, farà eseguire per lo scienziato Guglielmo Marconi in occasione del conferimento allo stesso della cittadinanza onoraria.

Ma nel 1939 l’Europa è di nuovo in guerra e viene dilaniata per sei lunghi anni e i negozi francesi devono essere chiusi. 


  • Momo Janesich

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    Momo Janesich,  ritratto da Argio Orell 1925-1927

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  • Janesich Gioielli

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    Trieste, via San Nicolò 

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1945 - E' quindi Pietro a riprendere l’attività nel dopoguerra a Trieste dove si instaura un governo alleato anglo-americano temporaneo che porta nuove fortune alla Leopoldo Janesich che anche in questo nuovo contesto sa valorizzare le qualità che l'hanno resa celebre: tra le commesse più interessanti produce la coppa Golden Laurel Award per il noto produttore americano Daniel O. Selznik, la cui fama è legata ad Addio alle armi e Via col vento,, e tra i clienti di spicco vi fu l'attrice Ava Gardner.


1971 - Pietro consegna l'eredità della Maison a suo figlio Alberto, abile disegnatore dotato di buon gusto e notevole manualità che perfeziona alla scuola orafa di Valenza e durante l'apprendistato che fa in seguito a Torino presso un noto orafo. La stessa passione anima Francesco, figlio maggiore di Alberto, quando va a Milano ad approfondire la conoscenza della tecnica dello sbalzo e dell'incisione a bulino presso due laboratori orafi del centrocittà, e si diploma gemmologo all'IGI. Milano è un ambiente fervido e stimolante e Francesco si circonda subito degli orafi più bravi.   


1988 - Mancato suo padre Alberto prematuramente, Francesco deve rientrare a Trieste per occuparsi della ditta; porta con sé gli abili orafi e incassatori conosciuti a Milano e prende in mano le redini dell'azienda proseguendo ancora oggi quella tradizione che continua dal lontano 1835.


Nel 1925 il Re Vittorio Emanuele III concede alla Maison Leopoldo Janesich il Brevetto Reale, e nel 1933 le verrà conferito da Sua Altezza Reale Amedeo Duca d’Aosta e dalla sua consorte la Duchessa Anna di Francia.

  • Janesich Gioielli

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  • Janesich Gioielli

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  • Janesich Gioielli

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  • Silberkammer Hofburg

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    Silberkammer - Hofburg - Vienna

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Testimonianze Internazionali


La Leopoldo Janesich si fece apprezzare in tutto il mondo per la bellezza e la raffinatezza dei suoi preziosi.


A testimonianza di ciò gioielli della Maison di epoca Deco si possono vedere esposti al Victoria & Albert Museum a Londra, mentre alla Hofburg di Vienna nella Silberkammer sono esposti un servizio di argenteria e un servizio di posate in argento realizzati per l'imperatrice Elisabetta d'Austria, la celebre Sissi, quest' ultimo in particolare destinato alla sua residenza in Grecia.


Ancora oggi i gioielli e gli argenti della Maison sono ricercati dalle più importanti Case d' Asta internazionali quali la Christie's e la Sotheby's.


Negli anni di Parigi la Leopoldo Janesich ebbe buoni rapporti di collaborazione con i gioiellieri Bulgari, Settepassi, Boucheron, Chaumet, Vever, e Cartier che si trovava nella stessa Rue de la Paix a Parigi a pochi passi dal negozio degli Janesich.

Anche Tiffany acquistò da Alberto gemme e perle per somme considerevoli, mentre il padre Giovanni curava le relazioni con la fabbrica di orologi Baume & Mercier per la quale realizzarono casse e bracciali in oro e pietre preziose.

 

La Maison collaborò con le più rinomate ditte argentiere tedesche e austriache dell'epoca. Ricordiamo le viennesi Bruder Frank (Vienna 1882-1924), Josef Carl Klinkosch (Vienna 1868-1924), Eduard Friedmann (Vienna 1881-1924), Alexander Sturm (Vienna attiva dal 1882), Moser & Reich (Vienna 1912-1927), Adolf Goldberg (Vienna 1883-1898). Le tedesche Bruckmann & Sohne (1805-1973), Koch & Bergfeld, Wilkens & Shone.


Le italiane Michelangelo Clementi (la stessa che poi verrà acquisita da Buccellati) e Luigi Genazzi.


  • Janesich Gioielli

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